Redazione
22 novembre 2011, 9 anni senza ponte. Vergogna! Famiglie che portano la spesa a casa "in carriola"

Ormai è quasi un calvario per quelle famiglie che da 9 mesi debbano subire una situazione che sa di paradosso. Sono i residenti che abitano a ridosso del cantiere del ponte di Calderà, lasciati in stand by in attesa di poter conoscere il loro destino, quello di poter arrivare nelle loro case senza dover fare salti mortali.
(Abbiamo fatto diversi incontri con il comitato, chi ci deve dare una risposta continua a fare orecchio da mercante, Città Metropolitana e Comune dovranno darci una risposta chiara, siamo trattati peggio degli animali - racconta Salvatore - un signore che abita in una di quelle casette, per poter scaricare qualsiasi cosa dall’auto abbiamo bisogno della "carriola" perché ci hanno bloccato la strada che conduce nelle nostre case, dobbiamo lasciare le nostre auto a cento metri di distanza, ora anche col freddo, per colpa di quel ponte che ancora non sappiamo come, quando, e se verrà costruito.
Siamo fortemente delusi da questa lungaggine. Ci avevano detto prima che chiudessero la strada di non preoccuparci perché tutto sarebbe durato poco, invece siamo stati elusi.
“Quel ponte non s'ha da fare” senza conoscere i veri motivi di tutti questi ritardi, per i quali nessuno degli addetti ai lavori ha saputo fornire una precisa risposta. Anche il mese di novembre è quasi trasorso, dopo che si era detto che entro ottobre sarebbe arrivato tutto il materiale in acciaio, ma quale acciaio? Ma quale ponte? Qui nessuno sa nulla, una volta ci dicono dipende da Palermo, poi da Messina, da Roma, Olanda, America, qualche scenziato dice che la colpa è della pandemia, al momento si conosce una sola verità, quella che del ponte non c’è neppure l’ombra. Il signor Salvatore riferisce di un sopralluogo da parte del personale della Capitaneria di Porto fatto appena qualche settimana fa, bisogna capire perchè.
Un’opera che si attende da quasi dieci anni, portata avanti a fasi alterne, come le telenovele, si conosce il giorno dell’inizio, e non si sconosce mai la fine).
Tutti questi ritardi sulla costruzione del ponte compartano ulteriori danni per l’economia della zona, con le attività già in ginocchio per l’effetto coronavirus, il ponte poteva essere d'aiuto per muovere l’economia.
Ricordiamo che a Calderà c’è una sola farmacia, alcuni bar, supermercato e ristoranti che continuano a soffrire per la mancanza di un ponte adeguato che continua a penalizzare tutte quelle realtà commerciali.
Intanto alcuni residenti avanzano delle ipotesi, sarebbero quasi convinti che una delle due spallette ricadrebbe col ponte a ridosso delle case, è difficile credere ma potrebbe essere possibile.
Altra ipotesi potrebbe essere quella della lievitazione dei costi dell’acciaio, per cui oggi le risorse non basterebbero. Queste sono tutte domande che ogni cittadino si pone, e che hanno bisogno di risposte certe.
Trattandosi di fondi pubblici, è giusto uscire dal silenzio per evitare inutili allarmismi. Sarebbe opportuno informare in modo chiaro e trasparente i cittadini su come stanno realmente i fatti.
Anche il neo sindaco di Barcellona Calabrò aveva chiesto lumi subito dopo il suo insediamento all'ente ineteressato, alla Città Metropolitana, convocando anche la ditta Ricciardello, che ha in appalto l'opera, da quel giorno non si hanno notizie.
Intanto si continua ad attendere, a sperare, con tanta ansia che si accumula giorno dopo giorno, con lo stato d’animo di quelle persone a pezzi, anche anziane di una certa età, costrette a lasciare i propri mezzi distanti dalle loro abitazioni, forse per colpa della (mala burocrazia).
"Ogni giorno si avventurano passando sopra di quella rampa del tutto precaria, come quei cittadini da terzo mondo, col rischio pure di scivolare".
Hanno stampato persino delle cartoline con l'immagine del ponte distrutto dall'alluvione del 22 novembre 2011, da inviare in tutto il mondo, per far conoscere a tutti questa triste e penosa realtà. Oggi sono (9) anni.
P.C.


